Comitato cittadino
"Ma! quale futuro per Bosa?"
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LETTERA APERTA

RACCOMANDATA A.R.

Al Sig. Sindaco Piero Casula

All'Ass. all'Urbanistica Sergio Rosa

Ai Consiglieri Comunali del

Comune di Bosa

e.p.c. Alla Red. della Nuova Sardegna

“ Alla Red. di Videolina

Egregio Sindaco: in una intervista al Suo assessore all'urbanistica Sergio Rosa, riportata dalla Nuova Sardegna del 3 dicembre 2010, apprendiamo che “il fiume Temo, malgrado le piogge copiose, è sempre rimasto nei limiti della norma, anche grazie ai lavori effettuati nella diga foranea alla foce, che hanno evidentemente permesso il normale deflusso delle acque pur in presenza di forti mareggiate”. Ciò costituisce, sempre a dire del Suo assessore, “una ulteriore prova dei passi avanti compiuti nella difesa dal rischio idrogeologico della città” e l'assessore ne deduce la speranza che ciò possa “al più presto incidere nella revisione del P.A.I. che assegna a Bosa il massimo grado di criticità”.

Queste dichiarazioni dell'assessore Rosa, hanno certamente tranquillizzato quei cittadini che ritengono che i propri amministratori, prima di dare informazioni specialmente tecniche, parlino “con prove di fatto alla mano” e non per “intuizioni della propria intelligenza”.

Nel caso in discorso le “prove di fatto” che spiegano perchè con le ultime piogge il livello di piena del fiume non ha superato i 70 centimetri, non hanno nulla a che vedere con la costruenda diga foranea, ostinatamente definita da tempo “opera di difesa a mare”.

Che le “prove di fatto” non siano state a conoscenza Sua e dell'assessore Rosa è cosa che ci è difficile credere, ma nel rapporto autorità-cittadini preferiamo il silenzio per colposa ignoranza, alle spiegazioni suggerite da fallaci intuizioni.

Ed ecco i fatti: alle recenti copiose piogge, le pompe di sollevamento dell'acquedotto di Montresta si sono bloccate per mancanza di energia elettrica. Informati della interruzione, i tecnici Enel hanno scoperto che la linea elettrica aerea, adduttrice della corrente, era stata sommersa non per colpa delle piogge, ma semplicemente perchè la diga di Monte Crispu era stata da tempo chiusa per invasare il bacino ed aveva già superato i 33 metri di livello, sommergendo i dimenticati tralicci dell'Enel!.

A questo punto i “responsabili” hanno provveduto a svuotare l'eccesso d'acqua invasato proprio secondo il criterio originale di “laminazione” della diga di Monte Crispu, vale a dire tenendo conto delle condizioni meteo compatibili con la portata del deflusso del Temo, situazione nella quale le “opere di difesa a mare” potrebbero riguardarsi più come un fastidio che come una agevolazione: a meno di voler giudicare i progettisti dello studio Pietrangeli di Roma, estensori del progetto originario, come degli imbecilli, visto che di “opere di difesa a mare” non ne avevano previste.

Egregio Sindaco, dell'invaso d'acqua verso il livello di oltre 33 metri, i cittadini di Bosa hanno avuto qualche informazione? E quando festeggeremo il riempimento totale del bacino a monte della diga di Monte Crispu, le “opere di difesa a mare” potranno essere riguardate anche come “opere di difesa a monte”? Perchè , vede egregio Sindaco, che le alluvioni vengano dal mare ci giunge nuovo.

Il continuo della lettera con le foto, i filmati con le motivazioni del rischio che ha preso questa citta, lo troverà sul ns. sito : www.comitatoperbosa.it La invitiamo a rileggere la ns. lettera protocollata in data 24 aprile 2010 a Lei inviata.

 

Bosa li 2 febbraio 2011.


Il presidente Comitato Cittadino

Antonio Cossu.

Foto N° 1

Eccovi l'invaso della diga di Monte Crispu il 18 novembre 2010, con un livello acqua di oltre 33 metri.

La linea blu indica la zona dove i cavi ed i tralicci della corrente elettrica sono stati sommersi.


Foto N° 2

L'invaso vuoto: si possono notare i tralicci Enel che attraversano il fondo del bacino della diga ,


 

Foto N° 3

Sempre nell'invaso di Monte Crispu in località “Conchi Mannu e Malosa”, la pineta semi sommersa dall'acqua parzialmente invasata.

Foto N° 4

Sempre in località “ Conchi Mannu e Malosa” il fondo bacino allo stato naturale.