Comitato “Quale futuro per Bosa?”



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LETTERA APERTA

On. Antonio Dessì, Assessore all’Ambiente Regione Sarda
P.C. On. Renato Soru, Presidente Regione Autonoma Della Sardegna

COME SI PUÓ OPERARE PERCHÉ LE ALLUVIONI PORTINO
DANNI A MOLTI E “RISORSE” AD ALCUNI.

La recente alluvione che ha arrecato tanti danni e lutti all'Ogliastra e alla Baronia, ben maggiori ne avrebbe procurati se si fosse abbattuta sulla Sardegna Nord-Occidentale.

C'è qui una città che negli ultimi decenni si è estesa, con poca intelligenza, sulla zona golenica di un fiume prossimo alla sua foce.

A salvaguardia del rischio alluvioni, già sofferte in passato, un antico progetto aveva previsto e costruito, alcuni chilometri a monte della città, una diga (da 40 anni mai collaudata e quindi mai entrata in funzione) che avrebbe dovuto regolare l'onda di piena proveniente dal bacino di impluvio, modulando lo scarico del fiume a valle.

 

Situazione attuale della diga di Monte Crispu, zona altamente soggetta a frane, rispettivamente: frana a sud all’interno della diga, frana a nord ingabbiata all’interno della diga, particolare dell’ingabbiatura

SIAMO A RISCHIO VAJONT?

Recentemente nuove intelligenze hanno pensato di cambiare tutto e di invasare totalmente la diga per avere riserva d’acqua. anche se da qualche mese è entrato in funzione il nuovo acquedotto ESAF. Poiché il fiume riceverà la totalità dell’onda di piena eventuale, le nuove intelligenze hanno pensato che forse le mareggiate in foce potrebbero ostacolare il deflusso delle acque e per ovviare a ciò hanno stabilito di costruire, davanti alla foce del fiume, un’isola blocca-onde lunga mezzo chilometro, per un totale di 500 mila metri cubi di massi. Poiché non sono bastati alcuni decenni per collaudare la diga, finirà che l’isola (già in corso di appalto) sarà costruita prima del collaudo della diga a monte.

Non parliamo del progetto del banchinamento con ormeggio a pettine, idoneo per lo stagno di Cabras e S. Giusta, e realizzato con “alta competenza” nel fiume Temo.

Progetto banchinamento con ormeggio a pettine e pontili galleggianti davanti alle conce, con i pericolosissimi corpi morti al centro del fiume.

Ragnatela di cime sul letto nel fiume, cosa succederà quando il fiume in piena trascinerà a valle centinaia e centinaia di metri cubi di detriti?

 

Prime conseguenze in direzione dei pontili galleggianti dopo un’acquazzone che ha aumentato il livello del fiume di soli 70 Cm circa.

 

Noi cittadini, con case, strade, magazzini, appartamenti, nella zona golenica (circa il 60% della città) poco al di sopra del livello del fiume, potremo assistere all'effetto “tappo” dell'isola dove però sarà poi possibile (se la fortuna ci assiste) recuperare ciò che una non augurabile alluvione avrà trascinato.

 

Progetto diga foranea in fase di appalto secondo i progettisti e gli amministratori per facilitare il deflusso del fiume in piena ed evitare le alluvioni (lunghezza 500 metri, larghezza 50 metri, altezza 3,5 sul livello del mare).

 

Foto della foce con il fiume in calma ed il mare mosso, si nota che i colpi di mare entrano dentro il fiume con grande utilità per il ricambio dell'acqua.

 

Inondazione del 91, altezza livello di piena due metri circa davanti alle conce, con mare agitato si può notare che nessun colpo di mare entra all'interno della foce ed il fiume in piena con i relativi detriti defluisce perfettamente senza essere minimamente ostacolato, anzi secondo le leggi dell'idraulica più agitato è il mare maggiori sono le correnti di ritorno sotto le onde e quindi più agevolato è il deflusso del fiume in piena.

 

Ci imbarazza il fatto che Docenti Universitari di Idrogeologia, abbiano definito il progetto “una pazzia”, ma indubbiamente non sono al livello delle nuove intelligenze che hanno elaborato il nuovo piano: basterà attendere per verificare.

Poi ci saranno inchieste, analisi, cerimonie, discorsi, trasmissioni televisive e, quel che più conta, per alcuni, “risorse per la ricostruzione”, ma chi ci potrà restituire un famigliare, un parente, un amico, o un nostro concittadino ?

In un paese più acculturato, sarebbe ovvio, discutere prima di spendere miliardi, ma in Italia, con il 39% di semi-analfabeti, il “potere” non può perder tempo ad ascoltare chi è stato autorizzato da “competenti qualificati” a costruire e vivere in zone a rischio.

P.S. ovviamente la legge “salva coste” non ha previsto ciò che si può costruire oltre tali coste!

 

FERMATE E MODIFICATE QUELLE OPERE!!!

 

Bosa li 22/12/2004
Il presidente Comitato Cittadino
 
Antonio Cossu

 

 

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